ANIMAZIONE
E ANZIANI (Alberto Raviola) (Tratto da AA.VV., a cura di Margherita Sberna, 'AnimAnziani. Fare Animazione per&con gli anziani', Edizioni Arcipelago 2009) |
ANZIANI
E TEMPO LIBERO
Da alcune ricerche fatte negli ultimi anni emerge che gli Anziani hanno decisamente cambiato il loro stile di vita, riuscendo ad organizzare con efficacia e gestire meglio il loro Tempo Libero. L'aumento della longevità, dovuta alle migliori condizioni di vita e al benessere economico elevato, ha portato ad un cambiamento radicale del quotidiano, modificando radicalmente abitudini e usi degli Anziani. È pur vero che in una società complessa come la nostra 'chi si ferma è perduto', ma i "nonnini" si sono messi al passo con i tempi, rapportandosi sempre più e sempre meglio con le istituzioni e con il resto della società. Se
sono cambiate le abitudini, c'è da sottolineare come sia
analogamente cambiato anche il concetto di vecchio. Generalmente
era chiamato "vecchio" chi aveva superato i 70 anni, ma
- secondo una terminologia anglosassone - i vecchi possono essere
suddivisi in altre sottocategorie: Le donne vanno di più al cinema, visitano musei e mostre, passano più tempo dal parrucchiere e si soffermano di più a guardare le vetrine cercando di farsi una ragione per la moda che cambia. Gli uomini, dal canto loro, si dedicano alla manutenzione del verde pubblico, della custodia di impianti sportivi, della sorveglianza nelle scuole. Ambedue
possono essere accomunati per gli spettacoli, per le rappresentazioni
teatrali, per la musica e, strano a dirsi, anche per la scelta di
un viaggio. È sbagliato pensare che gli unici viaggi che
si possono permettere siano le visite guidate, i pellegrinaggi,
i ritiri spirituali, in quanto gli Anziani organizzano un viaggio
ponderando bene la scelta della meta. Ovviamente condizioni principali
sono la tranquillità e la qualità dei servizi, ma
riescono ad adattarsi benissimo al fuso orario, facendo tutto ciò
che non hanno potuto fare prima del pensionamento.
Il
contesto sociale odierno nelle aree urbane si caratterizza sempre
di più per i meccanismi di parcellizzazione ed isolamento
sociale, per la mancata comunicazione tra le generazioni e per l'emarginazione
delle persone che fuoriescono dai processi produttivi. In molte città, però, si evidenzia la vivacità delle forme di auto-organizzazione da parte di gruppi di Anziani che, in molti quartieri e con modalità diversificate tra di loro, si incontrano e promuovono valide iniziative. In molti casi questi gruppi e le loro attività rimangono circoscritte al mondo della terza età, confermando la tendenza alla separatezza tra il mondo degli Anziani e quello delle generazioni successive. In
rapporto a ciò, le scelte poste in essere oramai dalla stragrande
maggioranza delle Amministrazioni Comunali del nostro Paese, orientate
a migliorare la qualità di vita della popolazione anziana,
vanno verso una profonda e graduale trasformazione dei servizi tout
court e sono fondate su medesime linee di fondo: Questi principi ispiratori orientano azioni tese all'offerta di servizi più flessibili e diversificati, relativamente alle diverse esigenze di una popolazione anziana portatrice di risorse, interessi, potenzialità, ma anche di difficoltà ed impedimenti reali alla propria autonomia di vita, che come tali richiedono interventi personalizzati. Ciò significa operare per garantire un sistema articolato di servizi, integrati a più livelli, fondato sull'analisi dei bisogni, sulla pianificazione e programmazione delle azioni, sulla gestione integrata tra servizi pubblici, ma anche tra pubblico e privato. Le Amministrazioni Comunali perseguono tali orientamenti, da un lato, attraverso l'articolazione dei servizi nelle diverse aree di intervento sociale, culturale, sportivo e del tempo libero, dall'altro attraverso la predisposizione di progetti innovativi diretti a consolidare un sistema integrato di interventi, per garantire una maggiore efficacia ed un incremento qualitativo nella disponibilità dei servizi ai residenti.
Analizzando i documenti politici di alcune Amministrazioni Comunali (Bologna, Firenze, Milano, Roma, Torino, Verona) si trova come esse intendono promuovere azioni finalizzate in particolare a consolidare l'area della domiciliarità e la partecipazione della popolazione anziana alla vita attiva del quartiere. Lo strumento identificato a tali fini è la realizzazione di "Centri di incontro e di aggregazione per la terza età" in ogni quartiere, circoscrizione, ed anche frazione, della città capoluogo. La logica secondo cui si intende operare mira a spostare l'attenzione dall'Anziano come fruitore di servizi ed interventi, all'Anziano come soggetto portatore di esperienze, competenze, capacità pratiche, teoriche, storia e saggezza che lo pone come risorsa per il quartiere e l'intera comunità cittadina. Si
intende, in altre parole, valorizzare il senso di appartenenza di
cui gli Anziani sono fortemente portatori, favorendo la loro partecipazione
alla vita sociale, esterna alla propria famiglia. In tal senso il
quartiere, la frazione, la circoscrizione, vogliono essere intesi
non solo come luogo di criticità e di problemi ma anche come
contesto fertile, in grado di recuperare al suo interno le risorse
umane per prendersi cura della comunità intera. Pertanto tra le finalità dei progetti (vedi ad es. quello di Verona) che ispirano e accompagnano tali servizi risulta centrale il recupero del ruolo sociale dell'Anziano, che viene visto come "risorsa" e come "valore" da ricollocare culturalmente e socialmente al Centro e non ai margini dei processi sociali. In questo senso il metodo di intervento che si dichiara voler applicare è quello di valorizzare l'autogestione e le forme della partecipazione sociale della terza età, sia storiche che inedite, talvolta già sperimentate in alcune realtà territoriali ma in maniera limitata e circoscritta.
FINALITÀ
OBIETTIVI
SERVIZI
E OFFERTE ANIMATIVE LA GESTIONE DEL CENTRO SOCIALE PER ANZIANI La
gestione del servizio in una ottica pluriprofessionale e interistituzionale,
dovrà coinvolgere a diverso livello, con diversi ruoli e
competenze i rappresentanti dell'intera comunità territoriale.
Per favorire la massima partecipazione e attivazione del territorio
è preferibile pensare un modello gestionale e organizzativo
che preveda: |