INDICE GENERALE PROGETTI LR 23/99 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Progetto SCUOLA GENITORI
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RELAZIONE FINALE a cura di M.Sberna 1. IL PROGETTO DI PARTENZA Liniziativa si proponeva di realizzare un percorso per genitori che nei contenuti rispondesse alle loro reali esigenze. Per questo si era pensato di coinvolgere fin dallinizio una rappresentanza di genitori con i quali predisporre gli strumenti della Ricerca-Intervento. La somministrazione di questi strumenti avrebbe consentito di ampliare la base degli utenti potenziali ed insieme di approfondire la conoscenza di bisogni, problemi, esigenze specifiche a cui dare una risposta col progetto. Una seconda pista per facilitare lapproccio ed anche per instaurare un rapporto piacevole oltre che di stima e fiducia, era rappresentata dallanimazione di strada. Il contatto diretto, la conoscenza reciproca benché superficiale, che si ottengono con questa metodologia rappresentavano un buon punto di partenza soprattutto avendo come territorio destinatario dellintervento alcuni comuni fra loro limitrofi, caratterizzati da una comunità inesistente da un lato e dal pettegolezzo dallaltro. Infine la terza pista era collegata alla professionalità di AIATEL sia dal punto di vista della preparazione dei suoi operatori, sia per presentare la metodologia che sarebbe poi stata utilizzata nel progetto. A tutto questo doveva seguire un percorso sensibilizzativo con due principali obiettivi: - migliorare le capacità educative dei genitori partecipanti - aumentare le potenzialità comunicative dei genitori frequentanti perché potessero essere di supporto ad altri genitori in momenti di difficoltà, crisi, dubbio. Si riteneva che il lavoro promozionale della prima fase del progetto servisse a selezionare un gruppetto di genitori (da 8 a 15) interessati ad ottenere effettivi risultati e supporti dal progetto. Questa fase doveva concludersi fornendo ai partecipanti rudimenti minimi a carattere tecnico, per poter essere di aiuto ad altri genitori e magari anche lopportunità di costituirsi come gruppo permanente che offrisse occasioni di incontro e di riflessione ad altri. Questa impostazione derivava da due convinzioni/constatazioni: - molti genitori alla prima esperienza non hanno termini di confronto, né consiglieri informali come una volta erano la famiglia di origine, gli amici, gli insegnanti, i sacerdoti, ecc. e vivono con apprensione alcune situazioni peraltro naturali e tipiche dei vari stadi di crescita dei figli; il ricorso allo psicologo o ad altri tipi di professionisti non sempre è facile o alla portata anche economica, e a volte è obiettivamente sproporzionato alle necessità reali, oltre ad essere percepito con diffidenza; - i genitori potevano diventare lo stimolo per poter ricostruire/tentare/porre le basi di una comunità con supporti informali, ma utili ed efficaci, in caso di necessità. Per questo lultima
fase di questo percorso era destinata ad una sorta di prova dorchestra con
il supporto di AIATEL. Lidea era di organizzare qualche (ma
anche una sola) iniziativa per genitori progettata, organizzata
e realizzata con lattiva collaborazione dei corsisti. 2. COSA E STATO
FATTO Il progetto è stato
realizzato ma con qualche variazione che è stata necessaria in rapporto
alle risposte dei genitori emerse via via
che lattività si realizzava. La Ricerca-Intervento è una metodologia particolare che si fonda sul coinvolgimento attivo degli stessi destinatari della ricerca in quanto esperti conoscitori della situazione che si vuole indagare ed insieme avanguardie che possono avviare un cambiamento proprio attraverso la riflessione necessaria per limpostazione dellintervento. In questo caso gli operatori di AIATEL vengono dunque considerati tecnici perché conoscono la procedura (i tipi di domande e come esprimerle, la grafica del questionario, come riassumere ed analizzare i dati raccolti attraverso i questionari, ecc.). Di solito si avvia
il lavoro affrontando verbalmente il problema che si vuole analizzare
e dunque dibattendo i diversi punti di vista; si arriva così alle
ipotesi che si intendono verificare attraverso la ricerca. Poi seguendo
le indicazioni dei rappresentanti dei destinatari della ricerca-
si predispe uno strumento che raccolga informazioni generali. In
base alle risposte ottenute si potrà decidere se e cosa approfondire
con ulteriori tecniche. LINDAGINE GENERALE Per lelaborazione degli strumenti e di tutto limpianto della Ricerca-Intervento è stato costituito un gruppo in maggioranza di tecnici, cioè di membri di AIATEL, e da un paio di genitori già conosciuti dallAssociazione a Molinetto, dove ha avuto sede il progetto. Il questionario è stato usato con il duplice obiettivo di raccogliere dati sulla relazione genitori figli e anche come strumento di primo approccio con i genitori, utile a superarne la diffidenza iniziale. Lanimatrice che si è occupata della distribuzione del questionario e del contatto con i genitori, era ovviamente riconoscibile ed identificabile attraverso un badge ed insieme consegnava alle persone disponibili a collaborare una cartella di presentazione di AIATEL e del progetto Scuola Genitori. Dunque liniziativa è da considerare anche
di promozione al progetto. I questionari sono stati distribuiti e raccolti in luoghi e in tempi diversi, principalmente dintorni delle scuole elementari e medie dei comuni coinvolti e zone verdi/giardini pubblici in orari extrascolastici. In tutto ne sono stati restituiti completati 66. I dati delle tavole riprodotte nel fascicolo Questionari fanno riferimento alla elaborazione delle risposte in essi contenute. Qui segnaliamo alcune considerazioni in base ai risultati ottenuti:
1- sono
principalmente le madri
ad occuparsi dei figli minori, anche se i padri sono in crescita
rispetto al passato;
2- indirettamente si ricava linformazione
che molti genitori accompagnano e vanno a riprendere i figli a scuola
il che è un segnale importante stante che il luogo di indagine corrisponde
al territorio di piccoli comuni; è presumibile che ci siano problemi
di distanza fra casa e scuola, ma le cause di questo fenomeno potrebbero
dipendere anche dalla scarsa disponibilità di un servizio pubblico
di scuolaBus (che pure cè in tutti i comuni); oppure da una
diffidenza diffusa nei confronti della comunità tutta non considerata
garante della sicurezza e guardata con sospetto; oppure ancora da
unassenza di rapporti interpersonali anche fra genitori che
pensano ognuno alla propria famiglia senza supportarsi reciprocamente;
o infine, per i ragazzini delle medie, da una difficoltà dei genitori
a dare autonomia ai propri figli;
3- le
famiglie con due figli sono la maggioranza (il 48,5%) e questo fa pensare che chi dichiara un
solo figlio (il 22,7%) sia una coppia giovane e chi ne dichiara
tre (il 13,6%) sia uneccezione;
4- nessun
problema o quasi (1,5% scarso) nel rapporto coi figli il che fa
pensare o che questi ultimi siano ancora molto piccoli
o che ci sia una percezione della situazione da parte dei
5- genitori
forse ottimistica o forse superficiale. Infatti solo il 50% segnala
in una successiva domanda - come attività principali coi
figli il parlare o il giocare;
6- rispetto
alla questione dei valori i genitori sembrano più sensibili e la
maggioranza (circa 60%) dichiara di averne parlato coi figli mentre
un quarto (25,8%) dichiara di non parlarne ma di trasmetterli;
7- rispetto
al metodo educativo, il 39,4% crede ne esista uno giusto, ma poi pare
di capire che giusto equivalga a proprio/personale:
il 50% pensa che sia quello autoritario, il 19,2% quello permissivo,
il 15,4 % quello conflittuale. Questo fa pensare che si faccia riferimento
al proprio comportamento che viene ritenuto indiscutibile. Il 33,3%
dei genitori dichiara che non esiste un modo giusto per educare,
mentre il 25,8% non
ha una risposta. Concludendo
.. cè un po
di confusione e forse anche uninsicurezza generale che impedisce
di avere un corretto contatto con la situazione reale; 8- questa
difficoltà si evidenzia anche in situazioni critiche. Così quando
i figli trasgrediscono a una regola o
si comportano male,
il 46% dei genitori rispondenti parla con loro, il 22,4%
li sgrida, il 15,8% li punisce/castiga, il 15,8% ne parla con il
partner;
9- il
62,1% si dichiara interessato a partecipare ad iniziative per genitori,
consapevoli dunque che sempre si può imparare e migliorare. E guarda
caso! - i tre argomenti che attirano più lattenzione sono
il rapporto genitori-figli, i conflitti fra genitori e figli, la
comunicazione in famiglia. Le preferenze dei genitori per gli argomenti sono in netto contrasto con i 64 genitori che hanno dichiarato di avere un rapporto con i figli che va dal soddisfacente allottimo. Quasi i due terzi del totale dei genitori parla di valori con i propri figli, meno di un terzo li trasmette. Sempre meno di un terzo
non sa se esiste un modo giusto per educare, ma quando un figlio
trasgredisce tutti fanno qualcosa, la maggioranza parla ma al secondo
posto di preferenza sulle conferenze cè il tema
dei conflitti. In estrema sintesi
la somministrazione dei questionari
evidenzia una situazione caratterizzata dallambivalenza che parrebbe un buon punto di partenza
per un percorso di sensibilizzazione. Va sottolineato il dato che
evidenzia come solo una parte dei genitori (62%) sia effettivamente
disponibile a partecipare. Il risultato
concreto ed immediato di questa piccola ricerca è stato la determinazione
dei contenuti degli incontri progettati per i genitori in termini
di argomenti e temi da affrontare. Una ulteriore indicazione ricavata
da una riflessione sulle informazioni raccolte ci ha portato a precisare
il metodo con cui realizzare gli incontri, almeno in una prima fase.
La diffidenza/ritrosia dei genitori contattati, oltre alle risposte
raccolte, ci ha spinto a privilegiare la tecnica delle
conferenze, seguite da dibattito perché così non deludevamo le aspettative
e limitavamo il protagonismo dei partecipanti. In attesa di stabilire
un rapporto di fiducia che ci poteva consentire un ruolo più attivo
dei partecipanti. |
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QUESTIONARIO SULLA
COMUNICAZIONE La relazione coi figli e la comunicazione con
loro ci sono parsi elementi significativi per la qualità del rapporto.
Abbiamo infatti ipotizzato che i rispondenti al nostro questionario
iniziale fossero un campione casuale dei genitori dei
comuni destinatari del progetto. Così col gruppo misto, si è deciso
di proporre come tema del primo incontro promozionale coi genitori,
il tema dellascolto ed insieme di provare ad approfondire
la conoscenza di questo ambito
attraverso un altro questionario (allegato in fascicolo). Il questionario in oggetto è stato distribuito
in attesa dellinizio di una conferenza di promozione sul tema dellascolto al gruppo di
genitori presenti. I questionari raccolti completati al termine
dellincontro sono
stati 16. Dai dati emerge che: - i genitori si dicono disponibili allascolto dei figli per il 74,4%; - per il 51,1% pensano che i figli abbiano confidenza in famiglia; - ritengono al 51,1% che i figli parlino del loro futuro in famiglia; - il 65,9% dei genitori afferma di sostenere le idee dei figli; - 0 genitori su 16 pensano che la comunicazione sia soddisfacente,
-
inoltre 11
genitori affermano di essere disponibili nella relazione con i figli,
2 si dichiarano autoritari e 3 conflittuali. Da questi dati si rileva una piccola
incongruenza nel constatare che la dichiarazione di una buona disponibilità
allascolto, non corrisponda ai fatti. In realtà, sempre
per voce dei genitori, i
figli hanno meno confidenza con loro di quanto ci si potrebbe aspettare.
Per esempio i figli parlano
poco del loro futuro e daltro canto i genitori non
sempre accettano il loro modo di pensare. In realtà il questionario
aveva come scopo di stimolare la riflessione sulle modalità di comunicazione
allinterno della famiglia e doveva avviare un dibattito fra
i presenti. Quindi mancano nello strumento alcune
domande di controllo che avrebbero potuto spiegare o almeno precisare
la situazione. Però
nellunica domanda che dava spazio a risposte aperte (cioè
dove ciascuno poteva inserire il proprio punto di vista in modo
discorsivo) si evidenzia una interpretazione della dinamica della
comunicazione diversificata
fra i rispondenti. |
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QUESTIONARIO
DI VERIFICA INTERMEDIA A metà progetto si è ritenuto opportuno fare un bilancio delle azioni in campo. Poiché si voleva raccogliere il parere dei partecipanti fino a quel momento delliniziativa, è stato predisposto un altro questionario che poi è stato spedito per posta con busta di riposta pre-affrancata, a tutti i genitori che avevano lasciato il nominativo (circa 50) nel corso dei differenti incontri realizzati. Ne sono stati ri-inviati 11, circa il 20% (una buona percentuale in rapporto a ciò che accade di norma in queste situazioni). Ma anche un dato significativo. Infatti la procedura della ricerca postale aveva come destinatari i partecipanti ad almeno un incontro fra quelli realizzati da AIATEL per il progetto. Dunque esisteva una conoscenza ed anche un rapporto, per quanto superficiale, che avrebbe dovuto stimolare a dare una risposta. Così questo è stato un ulteriore segnale dello scarso impegno nei confronti delle opportunità offerte da Scuola Genitori. Va detto che esiste qualche attenuante a questa posizione. La prima è la questione della conoscenza interpersonale fra i genitori partecipanti. Se può essere inizialmente un vantaggio - frequentare insieme ad un amico/a o a un conoscente unattività culturale è di stimolo e insieme facilita lingresso in un ambiente nuovo e sconosciuto alla lunga si trasforma in un deterrente e diventa origine di qualche imbarazzo. Il fatto di vivere nello stesso territorio combinato con linsicurezza rispetto alla riservatezza dei partecipanti in merito a quanto avviene durante gli incontri, stimolano lautocensura e la fuga/abbandono dellattività anziché lapertura, la condivisione, il confronto. Infine il timore che anche la comunicazione non-verbale
renda evidente il proprio punto di vista o la propria situazione,
può consigliare lastensione da certi comportamenti e da certe
frequentazioni. Come se andare da uno psicologo significasse
avere problemi che non si riesce ad affrontare
e superare da soli; o frequentare un corso per genitori volesse
dire avere gravi lacune verso i propri figli. E così via. I dati ricavati dai questionari pervenuti non sono del tutto negativi ed evidenziano qualche ambiguità. La media degli incontri a cui i rispondenti hanno partecipato è stata di 5,5 sui 14 incontri in calendario . I genitori dichiarano che gli incontri sono stati facili per il 64%, utili per l82%, interessanti per il 64% e soddisfacenti per il 55%. Nel corso degli incontri sono state utilizzate tre modalità per affrontare i temi previsti e le preferenze degli utenti sono state per le conferenze e le discussioni, che sono ovviamente le tecniche meno coinvolgenti e che consentono di non esporsi. La quantità dapprendimento percepita è del 55%, dato buono derivante forse da un atteggiamento positivo ed ottimistico, trattandosi di comunicazioni sostanzialmente ad una via. I genitori si sono sentiti a proprio agio per il 91%. Il desiderio di conoscere lesperienza di altri genitori e di sentire il parere di un esperto paiono le due motivazioni principali per le quali i genitori sono venuti agli incontri, mentre il desiderio di confronto è al terzo posto. La trasferibilità dellapprendimento risulta comunque alta per il 72% . Alcuni dati sono interessanti: nonostante il numero di questionari sia esiguo pare segnalare che i genitori abbiano partecipato principalmente per ascoltare. Gli incontri sono stati molto utili ma non molto soddisfacenti: collegando questo dato alle motivazioni principali dichiarate dai genitori- per conoscere lesperienza di altri e quella di un esperto- insieme allipotizzata ritrosia nella partecipazione attiva, ne consegue che i partecipanti si aspettavano che fossero gli altri e non loro stessi- ad esprimersi. La congruenza tra aspettative ed incontri effettuati non è non troppo alta, anche perché in molte occasioni si chiedeva ai partecipanti un intervento diretto alla discussione. Lipotesi
è avvalorata anche dalle preferenze per lo svolgimento futuro
degli incontri: si vorrebbero più conferenze
-solitamente in una conferenza si ascolta e si interviene
poco; e comunque si dichiara il proprio disinteresse alla partecipazione. AIATEL ha ipotizzato che i rispondenti al questionario
intermedio fossero in realtà
i potenziali corsisti
seriamente interessati ad imparare, a formarsi, ad essere
di aiuto ad altri. Lipotesi non è sostenuta dalla dichiarazione
di disinteresse per la partecipazione ulteriore a scuola Genitori.
Non è facile capire perché dato che nel questionario non era inserita
una domanda specifica in merito. Forse hanno pesato le motivazioni espresse
più sopra. Forse ha
influenzato la composizione dei partecipanti: quasi tutte mamme,
che probabilmente hanno altre occasioni di confronto e sono più
facili e disponibili alle confidenze. Ma che come donne
sono spesso in competizione fra loro piuttosto che
collaborative e reciprocamente accoglienti. Poiché dallandamento delle attività già realizzate si era già ipotizzata una difficoltà concreta a realizzare il percorso così come era stato pensato, il questionario comprendeva domande su attività alternative che potessero però garantire un supporto ai partecipanti come genitori. La proposta preferita è stata il breve corso per acquisire i rudimenti per luso del computer e la navigazione in Internet. |
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LA VALUTAZIONE FINALE Poiché il progetto è stato modificato, la verifica
finale ha subito variazioni essa stessa in relazione allultima
parte del percorso. In pratica ognuna delle 4 attività è stata verificata
direttamente con i Una valutazione complessiva è stata fatta dallo staff allargato ai genitori che avevano partecipato allimpostazione della Ricerca-Intervento. Le considerazioni fatte in questa occasione sono riferite in conclusione di questa relazione. |
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2.2. LE ATTIVITA
PROMOZIONALI La promozione è stata da subito progettata a tavolino pensando di utilizzare tre strategie: a- costruzione di una rete con le istituzioni presenti sul territorio b- animazione di strada per coinvolgere direttamente i genitori
c- alcuni
incontri a tema di presentazione delliniziativa. RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI Per la prima modalità sono stati programmati una serie di incontri con i rappresentanti principali del mondo dellistruzione e dellistituzione ecclesiastica, essendo queste a contatto con il maggior numero di genitori presenti sui territori destinatari dellintervento e cioè: - il Comune di Mazzano con tre parrocchie e un Istituto Comprensivo; - il Comune di Bedizzole, con due parrocchie ed un Istituto Comprensivo;
-
i Comuni di Nuvolento e Nuvolera, con due parrocchie ed
un Istituto Comprensivo. I contatti sono iniziati nel dicembre 2004 ma a causa delle festività imminenti e della difficoltà operativa nel trovare gli interessati e parlare al telefono con loro, si è rimandato il lavoro di primo contatto a gennaio dellanno successivo. Ci si proponeva di concordare un appuntamento per presentarsi e per poter illustrare con calma e chiarezza il progetto e per poter precisare le modalità con cui si chiedeva una attiva collaborazione. Ha stupito la difficoltà materiale di poter raggiungere al telefono i vari dirigenti scolastici o parroci e di parlare con loro: infatti in molte occasioni si è dovuto lasciare un messaggio in segreteria con la preghiera di richiamare, cosa che in due casi non è mai avvenuta nonostante i ripetuti messaggi. La prima risposta negativa labbiamo ricevuta da un parroco che, pur lodando liniziativa, ha espresso la volontà di restarne fuori, privilegiando i rapporti con listituzione comunale con la quale era già in atto una collaborazione. Invece il parroco confinante ha accolto liniziativa, esprimendo il desiderio e la volontà di costituzione di una rete di relazioni con le altre parrocchie e la scuola, e sottolineando limportanza per i genitori di avere un tempo dedicato a loro stessi. In pratica questa è stata lunica parrocchia a mostrarsi disponibile e interessata e ciò si è evidenziato anche nella collaborazione alla promozione e nellofferta di uno spazio per realizzare gli incontri. Le altre parrocchie
inizialmente si sono mostrate interessate,
ma si sono defilate non appena la richiesta di AIATEL è diventata
più coinvolgente: cooperare nella promozione sia facendosi formalmente
co-promotori delliniziativa, sia sostenendola in qualche ambito. Per
quanto riguarda gli Istituti Comprensivi si è rilevata una prima
disponibilità all ascolto,
che però non è stata produttiva rispetto ai nostri obiettivi. Nel
primo Istituto visitato, laccoglienza è stata fredda da parte
del personale non docente e la presentazione del progetto è stata
fatta ad una sostituta del dirigente nonostante questultimo
fosse presente
nella stessa stanza. La docente pareva interessata alliniziativa
ma il giorno successivo, per telefono, la referente dellIstituto
ha negato una possibile cooperazione senza esplicitarne il motivo. Nel
secondo Istituto si è dovuto ricorrere a più appuntamenti ed infine
il dirigente ha chiesto del tempo per poterne parlare con i docenti.
Successivamente ci è stato richiesto altro tempo per rendere partecipe
il Consiglio dIstituto, soprattutto per la parte composta
dai genitori. Il Preside ci ha poi riferito di aver parlato con
il solo Presidente del Consiglio dIstituto e di aver deciso di sperimentare una serata-conferenza
prima di prendere una decisione definitiva. Sembrava linizio
di una proficua collaborazione. Purtroppo il passaggio agli aspetti
organizzativi necessari per la realizzazione dellattività,
ha messo in luce come il dirigente considerasse il progetto esterno,
e forse anche estraneo, alla scuola. Infatti lincontro avrebbe
dovuto realizzarsi nellAula Magna-teatro della scuola che
AIATEL avrebbe dovuto chiedere direttamente al Comune. Di fronte
alle nostre perplessità, il dirigente si è limitato a offrire collaborazione
per la distribuzione del materiale promozionale che comunque doveva
prima essere sottoposto al suo giudizio.
Procedura che è stata mantenuta
anche nelle successive occasioni. Nellultimo
Istituto abbiamo trovato una iniziale tiepida accoglienza, ma pian
piano la disponibilità è andata aumentando: le conferenze destinate
ai genitori, sono state approvate sia da una
commissione interna allIstituto sia dal Consiglio dIstituto,
consentendo così una co-promozione delle serate.
Ma la collaborazione concreta è stata piuttosto superficiale
limitandosi alla sola distribuzione dei volantini e alla preparazione
di una stanza idonea agli incontri senza un reale sostegno
ad unoccasione che arricchiva le offerte della scuola
per i genitori. SINTESI DEI CONTATTI
La sensazione è che i ruoli e il potere delle diverse istituzioni siano gestiti in termini di protettorato sui vari territori così da impedire a chi è nuovo di inserirsi. In altre parole nessuno si preoccupa di esaminare la qualità della proposta e la sua effettiva utilità in rapporto ai problemi ed ai bisogni locali e di decidere in rapporto a queste variabili. Semplicemente non si accettano altri che potrebbero rubare utenti, spazi, risorse di qualsiasi genere perché si percepiscono come competitori anziché come collaboratori. La cosa è ancora più stupefacente e la dice lunga
sulle concrete possibilità di costruire una rete di collabotori,
se si considerano le seguenti circostanze: LANIMAZIONE
DI STRADA In parte si
è già parlato di questa modalità
in riferimento alla
Ricerca-Intervento. Le due cose si sono fra loro supportate
e integrate almeno allinizio. Si è trattato
di unazione più difficile e meno efficace del previsto. Sicuramente
la generale diffidenza tipica della nostra società, la tendenza
al riserbo e le difficoltà di socializzazione, hanno
richiesto tempi lunghi e approcci
prudenti. Le Istituzioni di riferimento in questo
caso ASL e Regione Lombardia non sempre venivano interpretate
come garanzia, spesso avendo una immagine degradata per qualche
motivo nellesperienza di chi veniva contattato. In più la
proposta che veniva fatta
era sicuramente impegnativa e richiedeva di trovare spazio
fra i mille impegni che ogni genitore ha.
Le difficoltà incontrate anche nei rapporti con le Istituzioni
locali non consentivano di farvi riferimento o di utilizzare le
sedi delle stesse come luoghi di incontro più garantito e rassicurante.
In un paio di casi quando abbiamo chiesto esplicita ospitalità
per esempio in una scuola materna - ci è stato risposto che avevano
un servizio interno che copriva tutte le necessità. Qualche difficoltà
è derivata anche dalla stagione invernale in cui si è avviato il
progetto, che non favoriva lo stare allaperto in situazioni
confortevoli. Lidea
di utilizzare il questionario per avvicinare possibili partecipanti
ha dato maggiori risultati dal punto di vista dei contatti. Ma si
è sempre trattato di momenti consumati velocemente. La nostra scelta
si fondava sulla speranza che si riuscisse a creare un minimo
di relazione che per quanto
superficiale consentisse uno scambio. In realtà noi speravamo di
riprodurre una situazione tipica delle piccole comunità di una volta,
come i paesi di campagna, dove tutti si conoscono, si incontrano
e si scambiano informazioni sulla quotidianità senza che ciò diventi
pettegolezzo. Non pensavamo
a conversazioni intime, ma ai convenevoli che rientrano nelle modalità
di buon vicinato, e che pongono le basi per un aiuto reciproco quando
cè un imprevisto o una necessità a cui non si può far fronte
direttamente. Un tempo questi scambi avvenivano anche per strada,
aspettando i figli alluscita della scuola, in negozio o al
bar bevendo un caffè, ai giardinetti dove si portavano i figli a
passeggiare o a giocare. Oggi tutto questo rientra nel privato di
ciascuno salvo rare eccezioni. E laltra faccia della
medaglia del mostrarsi senza pudore davanti ad una telecamera, compreso
nei momenti più intimi o nelle situazioni più delicate. Far vedere
e parlare di sé milioni di persone attraverso la TV è più facile
che parlare del più e del meno con una persona incontrata
per caso su una panchina ai giardinetti del proprio paese di residenza. Alcune azioni
sono addirittura viste come pericolose. Occorre dunque agire con
prudenza ed oculatezza. Il che toglie spesso spontaneità e richiede tempi lunghi. Così cè bisogno di tempo e di consuetudine
e per lanimatore, che pure è preparato a queste evenienze, occorre superare lesperienza del
rifiuto, la resistenza allutilizzo di modalità più manipolatorie
e la delusione delle aspettative. Essi portavano cartellini di identificazione e con materiale
promozionale ben visibile
e anche gradevole. Al momento del contatto salutavano, si presentavano
e chiedevano di poter parlare con la persona
per pochi minuti. Si chiedeva poi allinterlocutore
di fornire lindirizzo ed un recapito per essere informato
delle diverse opportunità del progetto. Ma pochi hanno accettato.
Forse temevano di essere importunati o di non poter sfuggire allinsistenza.
Se non peggio. I risultati che pure ci sono stati hanno richiesto molto tempo e sono costati
lavvicendarsi di diversi animatori con inevitabili conseguenti
rallentamenti. LE TRE SERATE
INTRODUTTIVE Sono state tre
ed avevano lo scopo di far conoscere non tanto le persone, ma il
metodo con cui i diversi argomenti venivano affrontati. La metodologia
attiva tipica dellanimazione adottata da AIATEL in relazione
alla sua mission, in questi ultimi anni ha suscitato, soprattutto con adulti,
resistenze che hanno prodotto abbandono delle attività
proposte. Accanto alle considerazioni già fatte in questa relazione,
ci pare di poter affermare che ciò sia dovuto anche ad una diffusa
insicurezza e ad una scarsa autostima forse derivanti da un cambiamento
dei valori tipico della nostra società, che dà maggiore importanza
allesteriorità. Questa situazione stimola comportamenti omologati
che lasciano scarso spazio allespressione di sé e delle
proprie caratteristiche. La
difficoltà aumenta in rapporto alle diversità che si percepiscono col modello imperante. Diventare protagonisti,
agire in risposta ad uno stimolo in un contesto nuovo e/o sconosciuto
rappresenta un evento problematico ed imbarazzante che è meglio
evitare. Così abbiamo
pensato che Scuola Genitori doveva caratterizzarsi come
percorso di accompagnamento dalla passività al protagonismo: lavvio
doveva essere rassicurante e confermare le aspettative dei partecipanti.
Quelli di loro che si fossero appassionati, che avessero
condiviso con noi gli obiettivi del progetto e che ne avessero
colto le opportunità, sarebbero stati nelle migliori condizioni
per cambiare il loro ruolo ed aumentare il loro coinvolgimento. Dunque, oltre
alle tre serate iniziali - fra laltro realizzate una per comune
- come previsto dal progetto non è stato presentato un corso strutturato
in vari moduli, ma una serie di temi trattati in più incontri.
Si potevano frequentare tutti gli incontri o solo alcuni, con la
massima libertà. Lo staff aveva
predisposto una sequenza con una logica
ed era prevista una promozione capillare. Le tre serate
iniziali servivano anche per presentare ed illustrare tutta limpostazione
del progetto e per stimolare anche la partecipazione saltuaria. Per facilitare
la partecipazione dei genitori era anche previsto un servizio di
animazione per i figli, così che non avessero problemi di custodia.
La prima serie di incontri prevedeva infatti un calendario costruito
anche sui sabato, di primo pomeriggio, per ampliare le concrete
possibilità di frequenza. Risultati raggiunti:
-
conoscenza minima
di AIATEL
-
conoscenza minima
del progetto e delle attività previste
-
contatto con una
cinquantina di genitori che avrebbero poi frequentato gli incontri
successivi diffondendo anche le informazioni in merito. 2.3. LE CONFERENZE Con questo titolo
indichiamo la parte centrale dellattività prevista del progetto
e cioè la formazione. I risultati della
R-I e delle altre attività promozionali più sopra descritte,
ci suggerirono di non evidenziare la continuità dellimpegno
e di posticipare la costituzione del gruppo al completamento del
primo modulo. Si pensava che attraverso esso si potevano svolgere
due operazioni:
-
il reclutamento dei
genitori interessati
-
la selezione naturale
che avrebbe portato ad individuare fra tutti i partecipanti quelli più assidui e coinvolti (i genitori
che avrebbero frequentato tutti gli incontri) che potevano quindi impegnarsi a proseguire
lattività. Le abbiamo chiamate
conferenze sperando che fosse più efficace in termini
promozionali: la nostra esperienza in situazioni simili dimostrava
che proporre un impegno in termini astratti produceva una fuga dei
potenziali partecipanti, mentre sottolineare la libertà di adesione
consentiva di esplorare e di rinnovare la propria adesione
ad ogni nuovo incontro. In realtà si trattava dei primi due moduli
previsti dal progetto in origine: cambiava la forma e non la sostanza.
Di solito accadeva che al termine di una serie di serate fossero
gli stessi genitori a chiedere di proseguire e di proporre temi,
problematiche, che si volevano analizzare. I richiedenti erano coesi, cera
un buon clima fra loro e si evidenziavano le relazioni interpersonali
e le dinamiche di un gruppo in fase nascente. In questo caso
si sono evidenziate difficoltà a superare le resistenze, nonostante
i docenti intervenissero molto prudentemente per passare ad una metodologia più attiva. Praticamente ogni tentativo in questa
direzione ha prodotto
una riduzione dei partecipanti. Il Modulo
base comprendeva 5 incontri e doveva essere utilizzato, oltre che per
i contenuti, anche per:
-
rafforzare la motivazione
dei partecipanti e fra loro individuare chi fosse interessato al
percorso completo
-
iniziare un processo
di socializzazione per creare un buon clima
-
avvicinare alle tecniche
attive
-
avviare un processo di riflessione sul proprio ruolo
come genitore. Il Modulo tematico
- i cui argomenti sono conseguenza delle indicazioni e delle scelte
dei genitori attraverso i questionari, delle discussioni successive
agli incontri, dei problemi che emergevano dagli incontri con i
genitori che utilizzavano lo sportello, dei suggerimenti dei genitori
del gruppo R-I comprendeva sei incontri ed era focalizzato
sullintimità in famiglia. Per i motivi
esplicitati più sopra, anche il secondo modulo si è concluso senza
che si fosse costituito un gruppo di una dozzina di genitori interessati
ad una effettiva formazione. I nostri tentativi, che sottolineavano
i benefici di un tale percorso innanzi tutto a livello personale,
non sono stati di stimolo per genitori già molto impegnati. Lipotesi
di costituire un gruppo che diventasse attivo nei confronti degli
altri genitori si rivelò un deterrente ulteriore, nonostante nei
comuni destinatari del progetto
non esista ad oggi unAssociazione Genitori. Dunque si è pensato di modificare il progetto
sostituendo altri contenuti al modulo specialistico che doveva minimamente
professionalizzare i genitori e alla supervisione che
doveva supportarli nelle prime esperienze. (v. paragrafo alternativa). Ai partecipanti
che frequentavano per la prima volta un incontro veniva regalato
il testo Chirone, Socrate, Buddha. Inoltre per ogni
tema veniva consegnato
a tutti un esercizio, una breve lettura, un piccolo questionario
(v. allegati in fascicolo Materiali) che consentisse
di continuare la riflessione anche a casa. 2.4. LO SPORTELLO
DI ORIENTAMENTO E stato
realizzato come previsto dal progetto. E sempre stato promosso
come occasione per parlare a tu per tu con un esperto di problemi
educativi che riguardavano la famiglia, il rapporto fra genitori,
il rapporto coi figli. Ma anche la scuola, il tempo libero ed il
suo utilizzo, le amicizie, la frequentazione di attività sportive,
ecc. La scelta di
questa attività era
dovuta fin dallinizio al desiderio dei genitori di parlare
di casi personali in situazioni private, dove letica dellinterlocutore
come professionista avrebbe garantito la riservatezza.
Inoltre avrebbe dovuto diventare luogo dove affrontare
questioni individuali legate al percorso formativo, delle quali
non si voleva parlare in pubblico. Concretamente
i genitori che hanno utilizzato questa opportunità
- piuttosto pochi hanno preferito parlare del loro
ruolo genitoriale e dei problemi che incontravano a sostenerlo.
Così si trattava di discutere di casi effettivamente
accaduti, cercando di dare un supporto al genitore coinvolto attraverso
la metodologia del counseling che preferisce stimolare la riflessione
dellinteressato anziché fornire soluzioni. Forse anche
per questo motivo i genitori interessati sono stati pochi. Alcuni
di loro ritornavano a distanza , sia per riferire landamento
della situazione, sia per nuove questioni. In ogni caso
è sempre stato piuttosto difficile far comprendere i motivi della
scelta di AIATEL che preferiva analizzare da più punti di vista il problema
presentato evitando sempre di schierarsi a favore di una certa posizione
o di sostenere una sola ben precisata azione Altre tre osservazioni:
-
il cambiamento del
consulente (prima una psicologa, successivamente uno psicologo)
data lutenza quasi esclusivamente femminile, ha prodotto più
soddisfazione (almeno a parole) per il colloquio realizzato;
-
si è notata una certa
congruenza fra i temi delle conferenze ed i casi trattati successivamente,
come se le serate facessero da stimolo o dessero lopportunità
di considerare opportuno un supplemento di informazioni,
un confronto, un dibattito circostanziato, impossibili da affrontare
in pubblico
-
ci sono stati più
utenti nel periodo autunnale, quando lo sportello era aperto secondo
un orario pubblicizzato, piuttosto che in precedenza, quando era
necessario fissare un appuntamento. A chi si è presentato
è stato offerto il volume Chirone, Socrate, Buddha.
Inoltre in alcuni casi sono state indicate alcune letture che potevano
essere di supporto e di ulteriore riflessione. Ci pare che
tutto questo di nuovi testimoni una certa resistenza
che spinge ad approfittare di unoccasione solo quando
si è in una situazione di grave bisogno. 2.5. CONFERENZE&DIBATTITI
SU TEMI DI ATTUALITA I quattro incontri
svolti in autunno, con la partnership della scuola, riguardano invece
temi di attualità, come previsto dal progetto. Sono stati scelti
due temi più generali e due legati al fenomeno
delle separazioni e dei divorzi che in questi ultimi due lustri sono diventati più frequenti e dunque
influenzano la crescita dei figli e la loro educazione. Anche in questo
caso ai genitori presenti per la prima volta è stato consegnato
il libro Chirone, Socrate, Buddha mentre a tutti
un contributo sul tema specifico. 2.6. LE ALTERNATIVE Come già precisato
il Modulo specialistico e la supervisione sono stati sostituiti
dopo aver richiesto consenso allASL-
un breve corso per luso del PC e di Internet e una serie di incontri di discussione su
problemi educativi. Entrambe le proposte avevano come destinatari
privilegiati le mamme e per questo erano svolti in orario scolastico,
nel quale sarebbero state libere dallimpegno coi figli. LA FAMIGLIA
IN RETE Il corso si
proponeva di fornire ai genitori interessati i rudimenti per poter
utilizzare il computer come macchina ed Internet come
mezzo di comunicazione e per la realizzazione di compiti, ricerche,
ecc. utili per lo studio. E stata
questa unopportunità piuttosto gradita e che ha sortito gli
effetti di socializzazione e di reciproco aiuto che la formazione
non ha conseguito. A nostro parere largomento era meno coinvolgente
e pericoloso sia perché dichiarare la propria ignoranza/incapacità
in merito non scalfiva il ruolo di genitore e non suscitava sentimenti
di colpa o di inferiorità, sia perché non era richiesta unapertura
su spazi che si consideravano privati ed intimi. I partecipanti
erano genitori che avevano frequentato incontri tematici. Mettendo a disposizione
tutti i ns. computer siamo riusciti anche a farli lavorare individualmente.
Ogni incontro era suddiviso in due parti:
-
breve presentazione
teorica di quanto si sarebbe fatto e dellapprendimento che
avrebbero conseguito;
-
dimostrazione di
quanto si doveva fare (per esempio scrivere una lettera, fare una
lista, predisporre una tabella, ecc.) ed esercitazioni per rendere
automatica la procedura. Lultimo
incontro è stato dedicato ad una panoramica riassuntiva di quanto
è stato fatto. A tutti i partecipanti
è stato consegnato un CD (Allegato) come supporto del percorso fatto. COLAZIONE
IN FAMIGLIA Questa ultima
attività è stata pensata come una serie di incontri fra genitori
con la presenza di uno psicologo, per parlare a ruota libera di
temi di loro interesse legati alla quotidianità della vita in famiglia.
Anche in questo caso non occorreva essere presente a tutti
gli incontri. Lo psicologo utilizzava il tempo a disposizione per:
-
accogliere i partecipanti,
farli conoscere fra loro, creare un clima piacevole benché non frivolo
e superficiale;
-
proporre un argomento
o richiamare la discussione dellincontro precedente; sollecitare
le proposte direttamente dalle mamme presenti;
-
facilitare e stimolare
il confronto, limitando i propri interventi ed evitando il più possibile
sia di dare soluzioni preconfezionate, sia di prendere posizione
nettamente a favore di qualche opinione che le mamme esprimevano
e cercando invece di far emergere aspetti
del tema affrontato che restavano più in ombra o che non
venivano considerati. Come per le altre occasioni è stato necessario
spiegare le motivazioni di questo comportamento che alla fine è
stato però apprezzato. Un ulteriore aiuto è stato offerto attraverso
esemplificazioni e richiami alla cronaca
che dessero alla discussione una sufficiente impersonalità.
Anche questa attività ha incontrato delle resistenze
probabilmente dovute principalmente a:
-
identificazione dello
psicologo con una propria situazione patologica;
-
questione riservatezza
data la presenza di alcune mamme. In realtà si sono presentate mamme in coppia,
dunque con lappoggio di unamica che aumentava la sicurezza
e per i pettegoli del paese confondeva le acque ed il
numero ristretto delle presenti (mai più di 5)
ha consentito il superamento della difficoltà ad aprirsi
ed ad affrontare liberamente i diversi argomenti. 3. CONCLUSIONI In estrema sintesi si potrebbe dire che il progetto
in alcune sue parti ha funzionato perfettamente, mentre in altre
non ha raggiunto completamente i risultati che si proponeva, soprattutto
per quanto riguarda la creazione di un gruppo di genitori in grado
di offrire opportunità e supporto ad altri genitori. In termini di sensibilizzazione personale ha ottenuto
per i partecipanti più assidui, sicuramente un miglioramento delle
capacità di riflessione e della consapevolezza rispetto alle proprie
azioni. Per alcuni genitori e per qualche tema in particolare, ha
aumentato le conoscenze e offerto i rudimenti di un metodo funzionale
per affrontare le situazioni. Formalmente il progetto ha seguito il percorso previsto
ed è stato fedele soprattutto alle intenzioni con le quali era nato:
rispondere in tempo reale alle esigenze dei genitori del territorio destinatario dellattività.
Ha costituito una sorta di imprevisto per AIATEL proprio il rendersi
conto della volubilità dei genitori e della generale superficialità
con cui affrontano le difficoltà ed i problemi. Come già evidenziato, lesteriorità
ha maggiore importanza rispetto alla effettiva serenità e allequilibrio con cui i problemi
e le difficoltà vengono affrontati. Dalla descrizione di quanto è stato fatto si può concludere
che nei territori coinvolti non esiste una comunità a nessun livello né comprensiva delle
istituzioni e della popolazione, né per categoria esistenziale (per
esempio i genitori). Pur avendo una popolazione estremamente ridotta
rispetto alle metropoli, in realtà questi piccoli comuni della provincia
sono dei frattali delle grandi città di cui hanno tutti i limiti
ed i difetti senza averne alcun pregio e vantaggio.
E come in contesti
più ampi, qualsiasi intervento che introduca qualche cambiamento,
pur modesto, o che non faccia parte della cultura imperante
non ha grandi possibilità di successo. I Comuni toccati dal progetto non fanno eccezione rispetto
alle tendenze generali. Questo ci ha spiacevolmente colpito. Speravamo
infatti che il nostro progetto avrebbe solo sollecitato una potenziale
vivacità, che aveva poche occasioni per esprimersi. Abbiamo constatato
invece che la tensione allomologazione da tutti i punti di
vista è estremamente e pesantemente diffusa. E qui entra in campo la responsabilità personale degli stessi genitori, la loro scala di
valori, gli interessi per la famiglia e per lo sviluppo armonioso
dei loro figli che sono gli uomini ed i cittadini del futuro. I comportamenti a questo riguardo
sono per lo meno ambivalenti: la sicurezza di un diritto tradizionalmente
acquisito si accompagna
alla svalutazione di quanto è ottenuto gratuitamente. Sono rare
le occasioni di scambio effettivo e di riconoscimento del ruolo
di ciascuno. I problemi e/o i propri punti di vista vengono nascosti
piuttosto che condivisi e risolti/affrontati con laiuto degli
altri. Questa avarizia è sia psicologica (scarse
condivisioni o difficili) che economica (nessuno dei genitori si
è associato ad AIATEL) e segnala una difficoltà anche nella vita
privata. Una situazione come quella descritta richiedeva fra
laltro tempi più lunghi per ottenere risultati migliori e per avviare un cambiamento effettivo
anche solo a livello personale. AIATEL essendo una delle parti coinvolte- ha una
parte di responsabilità nellandamento del progetto. La nostra
ipotesi è che lerrore più grave sia stato la nostra collusività
nei confronti della situazione generale e dei potenziali partecipanti.
Alla fine, lessere stati prudenti
è stato poco efficace ed ha soprattutto sacrificato limpostazione
del progetto. Forse avremmo dovuto utilizzare una strategia diversa di coinvolgimento attivo. Se avessimo privilegiato il gioco, il divertimento, la festa, forse avremmo ottenuto una adesione più numerosa, un buon clima fra i partecipanti, una maggiore accettazione dellAssociazione e magari anche qualche apprendimento più radicato. |